Nell’antica città di Ectabana, in Persia, viveva un grande saggio, studioso degli astri del cielo di nome Artaban. Un giorno invitò alla sua corte alcuni Magi per informarli di un’importante scoperta che egli aveva fatto.

“Il destino mi ha messo tra le mani una preziosissima pergamena che racconta la nascita di un Re in Palestina. Costui porterà amore e speranza nel mondo. Io e i tre grandi saggi, Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, abbiamo interpretato gli astri lucenti e ciò che nel cielo è scritto. Per questo motivo andremo a far visita al nuovo Re. Io partirò prontamente portando con me tre preziosi doni: uno zaffiro, un rubino ed una perla. Tra tre giorni ci vedremo a Babilonia e da lì ci incammineremo insieme. Chi di voi vuole venire?”

Non ci fu risposta. Egli capì con rammarico che nessuno lo avrebbe accompagnato e che sarebbe dovuto partire da solo per raggiungere gli altri tre Re Magi.

Il giorno seguente partì. Durante la traversata di un deserto, sentì un lamento di sofferenza provenire da un’oasi. Si avvicinò e trovò un uomo ferito e in gravi condizioni. Decise di fermarsi per soccorrerlo e lo portò alla città più vicina. Entrati, lo accompagnò in una locanda dove poteva trovare rifugio, riposare ed essere curato.

Purtroppo l’uomo non aveva nulla per pagare la stanza e le cure, così Artaban diede al proprietario della locanda il suo zaffiro per permettere all’infermo di riposare ed essere curato a dovere. L’uomo, per ringraziarlo, gli disse che era venuto a conoscenza della nascita del Salvatore a Betlemme, città dove lui stesso era nato. Fu una grande notizia per Artaban e, nonostante avesse sacrificato il suo dono, sapeva di aver agito per una nobile causa.

I tre giorni erano passati ma comunque riprese il suo viaggio e, giunto a Babilonia, si accorse che ormai i tre Re Magi erano già partiti. Riposatosi alcuni giorni, riprese il viaggio dirigendosi verso Betlemme.

Impiegò molti giorni per giungere a Betlemme e, quando arrivò, scoprì che la città era invasa dai soldati del Re Erode. Egli aveva ordinato di cercare e uccidere tutti i primogeniti maschi perché temeva l’avvento del Re dei Re.

Mentre Artaban camminava per le vie di Betlemme riconobbe il pianto di un bambino che proveniva da una casa. Una donna era a terra rannicchiata e piangeva, tenendo il suo bambino tra le braccia. “I soldati stanno venendo a prendere mio figlio. Ti prego salvaci!” disse la donna ad Artaban. Egli si mise davanti alla porta di casa per sorvegliare e quando arrivò il soldato, gli disse: “Prendi questo rubino e vai via. Lascia in pace questa donna!”. Il soldato strabuzzò gli occhi davanti a quella pietra preziosa e, senza proferir parola, prese il gioiello e se ne andò.

Anche il secondo omaggio che Artaban voleva portare al Re era stato donato. L’uomo chiese alla donna se avesse sentito della nascita di un bambino, alla cui culla giunsero tre Re Magi con dei ricchi doni. La donna rispose: “Sì è successo non molto tempo fa. Ora quella famiglia è dovuta fuggire e nessuno sa dove sia andata”.

Con grande tristezza, il saggio salutò la donna e riprese il suo viaggio.
Passarono 33 lunghi anni e Artaban, ormai anziano e stanco di viaggiare, arrivò a Gerusalemme. La città era deserta perché la popolazione si era riunita vicino ad un monte chiamato Golgota dove stavano per essere giustiziati tre uomini. Uno di questi era da molti chiamato il Salvatore, da altri il Buon Pastore o anche il Re dei Giudei.

Artaban capì che si trattava di colui che da tempo stava cercando e si diresse verso il monte Golgota. Mentre si stava incamminando, sentì le urla di una donna catturata da alcuni soldati. Vedendo Artaban la donna lo pregò: “Aiutami buon uomo! Mi vogliono fare schiava contro la mia volontà!”. Il saggio, che ancora custodiva il terzo dono, prese la perla, la diede alla donna e così riscattò la sua libertà. Con questo gesto Artaban donò anche l’ultimo dei gioielli che voleva portare al nuovo Re!

Seduto a terra con la schiena poggiata al tronco di una grande palma, il vecchio saggio pensò: “Ho dedicato molti anni alla ricerca del nuovo Re ed ho dato via tutte le ricchezze che volevo donargli. Non l’ho mai trovato e, se anche lo trovassi adesso, non avrei niente da dargli per onorarlo!”

Improvvisamente vide una luce davanti a sé, accompagnata da una dolce musica celestiale. Artaban sentì una voce sconosciuta che gli disse: “Artaban non essere triste. In realtà, donando tutte le tue ricchezze a chi ne aveva più bisogno, tu mi hai trovato! In verità ti dico: quanto hai fatto ad ognuno dei tuoi fratelli, l’hai fatto a me!”

Artaban nel sentire quelle parole provò una gioia indescrivibile. Rasserenato, chiuse gli occhi per sempre e raggiunse nei Cieli il Re che tanto aveva cercato.

Privacy Policy