
Secondo te perché si va scuola?
Per imparare a combattere.
Contro chi?
Contro lo stregone.
Cosa hai imparato oggi?
Stamattina a costruire una cosa ma mio padre me l’ha distrutta.
E a scuola?
A catturare una lucertola ma poi il maestro me l’ha tolta, era rotta.
Piccolo guerriero hai iniziato la scuola e hai appena compiuto sei anni. Ho visto che fai molta fatica a stare fermo, vorresti giocare con i compagni ma non ti viene così facile adeguarti alla prossemica contemporanea, comunque sappi che mette a disagio anche me. Per fortuna nella tua scuola potete uscire e camminare fino ad arrivare ad un bel bosco.
Vuoi andare a giocare con i compagni?
No
Con chi vorresti giocare?
Con le lucertole
E loro vogliono giocare con te?
…
A scuola hai un amico?
Si, Luigi.
Il tuo amico sta scrivendo su un bellissimo quaderno, tu ne hai uno?
Si è rosso.
Ti va di farmelo vedere? Potremmo disegnare la lucertola e scrivere il suo nome.
Si chiama Rocky
Raggiungiamo gli altri e tu ci metti un po’ a riconoscere il tuo quaderno rosso. Poi lo prendi e cerchi la pagina bianca, prendi i tuoi colori e mentre stai per lanciarti nella tua opera…
Non sono capace
Di che colore è Rocky?
Verde
Prendi il verde e lascia una traccia
Non sono capace
Il tuo volto è smarrito, lasci tutto e te ne vai. Rimane quella pagina bianca aperta e io la guardo con il dispiacere non essere riuscito a darti il coraggio di lasciare un segno e la rabbia di vedere così tanta paura di non essere abbastanza bravi.
La maestra mi dice che non ti piace disegnare e che raramente ti sei espresso in quella forma.
Ho incontrato tanti bambini che dopo aver scritto o disegnato, guardando i frutti del proprio lavoro sembrava che stessero osservando delle cicatrici, le ferite di una guerra combattuta con carta, matite e penna.
Benvenuto tra gli autori di una saga piena di colpi di scena, siamo all’ennesima stagione: si chiama Scuola.