Le mie radici napoletane mi riportano di quando in quando a rivedere e riascoltare i suoni e le immagini che mi hanno accompagnato nella crescita. Il grande Eduardo è la risposta che mi sento di dare a tutte quelle persone, e vi assicuro che sono tante, che continuano a chiederci consigli per quanto riguarda gli esami di idoneità.
Il mondo di Cesare ha le sue leggi e se in Italia sulla scuola sono molto rigide, per l’educazione parentale (fenomeno numericamente ancora molto marginale ma in costante aumento) sono ancora molto lacunose. Questo fa si che tutto dipenda dai dirigenti che si trovano sul cammino, possono essere favorevoli o contrari e nella mia esperienza molto spesso distratti e li comprendo, da problematiche molto frustranti.
C’è chi riesce a stabilire buoni rapporti, chi a farsi tollerare, chi combatte (con scarsi risultati), chi si arrende e va a finire in istituti parificati a versare l’obolo.
In ogni caso, gli esami non finiscono mai. Chi va in direzione ostinata e contraria si troverà sempre un ostacolo da superare e molto spesso di natura burocratica. A Napoli la camorra si chiama “o’Sistema”, immagine perfetta, peccato che l’invito generale sia quello di sistema-rsi. Basta rinunciare alla libertà e anche la disoccupazione non è più un problema.
Sono molti a pensare che se nel mondo della scuola si lasciasse la libertà di educazione ci sarebbe il caos, ma ora che cosa c’è? Il diritto dovrà sempre tutelare i più deboli e vegliare che le ideologie e i dogmi non facciano proselitismo e catechismo ai giovani. Lo Stato è però egli stesso un dogma e unico censore del processo educativo. Il nostro modello di community school è la proposta che va in direzione di una scuola che metta insieme le persone riconoscendo a ognuno il proprio ruolo e la possibilità di partecipare.
Io credo che le difficoltà e le paure che gli esami di idoneità suscitano nelle persone provengano da una parte dall’ignoranza e la rigidità di alcuni dirigenti scolastici e dall’altra dalla paura di chi ha fatto una scelta, molto spesso individuale, di percorso alternativo dimenticando che avrebbe potuto farlo integrativo e collettivo.
Gli esami non finiscono mai ma se c’è qualcuno che li affronta con te sono meno duri, assumono tratti epici e possono anche diventare film. Nella scuola si chiamerebbe copiare, nella vita vera: collaborazione.
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