Dentro ognuno di noi vi è un Piano Interiore, un pianoforte interiore fatto di tasti neri e tasti bianchi.
Pigiandoli producono dei suoni: emozioni negative ed emozioni positive, ma qualcuno ci ha detto, quando eravamo bambini, che alcuni tasti non devono e non dovevano essere pigiati, soprattutto quelli neri.
Da quel momento in poi abbiamo incominciato a limitare la nostra capacità di suonare il Piano Interiore, limitando così la Melodia della nostra Vita.
Molti di noi non hanno ancora deciso di suonare l’intera tastiera emotiva del loro Piano Interiore, provano vergogna di pigiare quei tasti e sentire quei suoni, quelle emozioni che abbiamo rimosso, dimenticato, “scordato”.
Altri pigiano quei tasti neri di nascosto e le ascoltano in sottofondo, al di sotto della loro coscienza, per paura di farsi sentire dagli altri.
Pigiandoli abbiamo l’impressione che tutte quelle persone che ci hanno detto di non pigiarli avevano ed hanno ragione perché in sottofondo sentiamo un suono stonato, ma non è così.
Il suono dei tasti neri (delle emozioni negative) sono scordati perché per lungo tempo non sono stati “suonati”.
Una volta che avremo il coraggio di pigiarli, dovremo passare alla seconda fase: quella di accordare il suono dei tasti neri con quello dei tasti bianchi.
Soltanto se abbiamo il coraggio di pigiarli con più forza, e di risentire il loro suono distorto, scordato, superando la vergogna, potremo accordarli, e farli entrare in risonanza con gli altri suoni, con gli altri tasti già accordati della tastiera emotiva del nostro Piano Interiore.
Ciò che è male non sono le nostre emozioni negative, il suono dei tasti neri, ma la frustrazione di non pigiarli. Questa frustrazione incattivisce la nostra essenza che è stanca di utilizzare sempre i stessi tasti e sentire sempre la stessa melodia emotiva.
E’ molto più semplice lavorare fisicamente e raggiungere un obiettivo materiale che lavorare emotivamente per raggiungere un obiettivo emotivo.
Il lavoro sulle emozioni è di gran lunga più faticoso di quello fisico.
Non ci illudiamo, possiamo anche compiere onestamente un lavoro fisico e compiere un lavoro disonesto sulle nostre emozioni. E’ questo che crea quell’insopportabile disprezzo verso noi stessi.
Esiste una pigrizia peggiore di quella fisica, la pigrizia emotiva.
Nessuno più vuole lavorare sulle proprie emozioni, e cerchiamo in tutti i modi di compensare questa non volontà emotiva sovraccaricandoci di lavoro fisico. Molti, addirittura, si nascondono dietro la sopravvivenza perché hanno paura di affrontare la vita che è dentro di loro: le emozioni.
Dobbiamo imparare a suonare il nostro Piano Interiore, ma prima dobbiamo accordare quei tasti scordati, quelle emozioni distorte.
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