Ci sono domande che mi hanno sempre rivolto durante i colloqui, le conferenze, gli incontri occasionali sul treno o in un ristorante (ho lavorato tanto nei locali!): “Ma cosa succede a chi frequenta la scuola waldorf-steiner? Come si trovano una volta reinseriti nella scuola pubblica? Ma escono con una preparazione adeguata?” Nel tempo mi sono ritrovato a dare risposte diverse a seconda del grado di maturazione acquisito in questo percorso di ricerca.
Ovviamente agli inizi ne decantavo ogni possibile lode escludendo tutte le spine dalla rosa più profumata del giardino. Dopo esperienze poco confortanti mi sono trovato scettico e diffidente come il più afflitto dei disillusi. Oggi mi rendo conto che l’avvenire di ogni essere umano non può essere banalizzato e che ad una domanda complessa non si può dare una risposta che generalizzi ciò che invece rimane nella sfera intima ed è strettamente personale. Le variabili infatti che compongono la risposta sono tante, troppe: le inclinazioni e attitudini del bambino/a, la famiglia, i maestri, la classe, la scuola…
Sotto sotto però ho sempre sentito che dietro a quelle domande si nascondevano paure profonde, comprensibili, legittime ma non chiarite espressamente. Paura della diversità, paura di uscire dal convenzionale, paura di non riuscire a rientrare nel sistema, paura di rimanere esclusi, di essere emarginati, paura di sbagliare, di fallire… sentimenti grandi e potenti, come placarli con delle parole? Con l’esperienza ho visto che al di là di tutte le spiegazioni sul metodo, l’unica affermazione che ho potuto fare che rasserenasse (per qualche istante!) è stata quella: “Mia moglie è un ex alunna delle scuole Waldorf, è sopravvissuta, è una mamma dolcissima, una donna meravigliosa e forte e sono anni che mi sopporta!”.
Essendoci pochissime scuole in Italia è raro che si conoscano adulti che abbiano frequentato le scuole steineriane, quindi per molti sono come alieni che non si sa come mangino, vestano… A quel punto, quando c’è chi scopre che girano trentenni che hanno frequentato queste scuole scatta quasi sempre la domanda statistica: “Quanti si sono sistemati?”.
Che espressione meravigliosa, a me che sono cresciuto con il mantram del “posto alle poste” (padre dirigente, madre impiegata) queste parole mi hanno sempre fatto riflettere. Trovare il proprio posto nel mondo è una conquista importante, è il veicolo tramite il quale possiamo dare il nostro contributo alla società, al prossimo, dove possiamo mettere a frutto le nostre capacità e talenti, dove possiamo crescere e maturare.
Ma ci sarà differenza tra trovare il proprio posto e trovare un posto nel mondo?
Io credo che la scuola sia per il futuro dell’umanità e non debba servire necessariamente per il presente. Credo che le giovani generazioni siano portatrici dei semi del futuro, di nuovi paradigmi e che sia nostro compito riuscire ad ascoltarle e nutrirle con ciò che abbiamo maturato e non assediarle con il nostro malinconico passato. Rischiamo di rimanere, come diceva Rudolf Steiner: “Tra i fantasmi del passato e gli spettri del futuro” possiamo essere ponte fra due mondi, l’importante è maturare un ascolto profondo e vedere nei bambini, nei ragazzi, i futuri medici, impiegati, disoccupati, dirigenti… vederli come quelli che ogni giorno sono messi alla prova ma che allo stesso tempo mettono alla prova noi e quando li deludiamo indeboliamo le possibilità di trasformazione e facciamo fare, come direbbe Ende, un passo avanti al nulla.
In questo spazio “educare i talenti” vorrei condividere con voi l’esperienza e lo studio di questi anni, attraverso riflessioni, racconti, aneddoti, storie, favole che mi hanno accompagnato e mi accompagnano ogni giorno nella mia vita di maestro. Sarà una occasione per far conoscere una pedagogia ricchissima di stimoli per chiunque, con una storia importante alle spalle e con un futuro pieno di scoperte perché l’uomo è un essere in continua evoluzione e studiare l’uomo significa non potersi mai fermare.
La pedagogia Waldorf è nata dalle basi che ha dato Rudolf Steiner ma tantissimi maestri, medici, artisti di tutto il mondo hanno arricchito l’opera rendendola davvero inesauribile di spunti e di ispirazione. Spero di riuscire con questa rubrica a nutrire un po’ di quella curiosità che circonda la pedagogia waldorf steiner e magari anche attraverso le domande che potete fare attraverso il sito di poter rispondere alle perplessità che anche la riguardano.
Grazie dell’ascolto.
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