Il significato originario di publicus è quello di essere “aperto a tutti”, “di appartenere al popolo” una scuola quindi può essere pubblica pur non essendo gestita dallo stato se conserva lo spirito di essere accessibile a tutti coloro che ne vogliano fare parte. L’Italia per limiti costituzionali non favorisce la creazione di scuole pubbliche perché nell’articolo 33 viene dichiarato che: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” sancendo la libertà di educazione senza però fornire i mezzi per esercitarla.
La domanda che possiamo oggi porci è quella: ci sentiamo pronti per una vera libertà in campo educativo? Ci sentiamo in grado di dire allo Stato che siamo maturi per prenderci la responsabilità di educare le nuove generazioni? Il dibattito è aperto anche se poco seguito e di scarsa risonanza, chiuso da limiti di natura ideologica. Fino a quando esisterà la dicotomia pubblico VS privato la terza via del privato sociale avrà sempre vita difficile.
ATTEGIAMENTI UNILATERALI
Davanti alle problematiche educative le persone rispondono in maniera diversificata e mi viene più semplice caratterizzarle attraverso alcune immagini: gli orfani, i guerrieri, i nostalgici, gli investitori, gli esseni, gli alleati, gli esasperati. Ovviamente ci sono persone che hanno caratteristiche ibride.
Gli orfani sono quelli che si sono accorti che mamma Religione e papà Stato non possono più mantenere le promesse per il futuro e vorrebbero tanto che qualcuno provvedesse ai loro bisogni. L’orfano vive la situazione con stati d’animo che oscillano dalla tristezza, alla paura ma anche alla rabbia dell’abbandono. La soluzione è affidata ad una vana speranza. L’illusione che prima o poi qualcosa succederà è comoda e dà la possibilità di non mettersi in gioco.
I guerrieri sono quelli che non si rassegnano alla fine della scuola statale. Credono nell’istituzione, hanno un’idea molto alta della politica e reagiscono con forza al marciume e degrado della classe dirigente attuale. I guerrieri hanno sovrapposto totalmente l’aggettivo di pubblico a quello statale e combattono l’aggettivo privato con tutte le forze. La loro posizione è comprensibile ed è figlia di un tempo dove le istituzioni per quanto corrotte non erano ancora totalmente assoggettate dalla schiavitù dei debiti e dalla finanza mondiale. I guerrieri sono disposti a scendere in piazza, a manifestare, a riunirsi per sovvertire il disordine costituito ma le proposte che essi mettono in campo sono nella quasi totalità di natura conservatrice, ispirati sempre da un’idea si Stato che è agonizzante e affamato. I guerrieri hanno necessità di unirsi e mostrarsi compatti, hanno bisogno di essere tanti per poter sperare di intimorire i detentori del potere ma ad oggi i movimenti studenteschi sono stati in grado a malapena di arginare la mannaia dei tagli ma senza riuscire a imporre, proporre un’alternativa di sistema.
Se dovessi riassumere in una frase la risposta da dare ai guerrieri è quella di invitarli a lottare per un nuovo paradigma. Ma quale?
I nostalgici hanno dei ricordi della propria esperienza scolastica che assomigliano più all’epica che alla storia. Ripetono: “Ai miei tempi!”, “Quella si che era una vera scuola”, “Noi si che dovevamo studiare!”, “Certe cose erano inammissibili” e l’idea di fondo è quella che sarebbe auspicabile un ritorno al passato. Una prima riflessione è quella che gli insegnanti di allora ora sono o in pensione o sono passati a miglior vita e coloro che insegnano oggi sono propri i coetanei di quei tempi. Si rimpiange l’autorità e in questo ricordano gli “orfani”, a volte invece si arrabbiano e danno ragione ai guerrieri senza più partecipare attivamente alla lotta, dando per così dire un appoggio morale, esterno.
Gli investitori sono quelli che reputano che l’educazione del proprio figlio o figlia sia un investimento. Vedono la scuola come erogatrice di un servizio e se stessi come clienti che come tali hanno il diritto di essere ripagati dello sforzo economico prodotto. Si potrebbe riprendere il motto brianzolo “Lavoro, guadagno, spendo, pretendo” e immaginarsi lo sguardo che non palesa dubbi dell’uomo che si è fatto da solo e che è darwinisticamente convinto della naturale evoluzione della sua specie. Gli investitori sono spesso delusi o dalle scarse prestazioni dei propri figli o dalla mancato raggiungimento degli obiettivi.
Gli esseni erano un gruppo di ebrei riuniti in comunità dove si coltivava il culto della purezza e dell’elevazione. Gli esseni avevano la necessità di rimanere puri e gli esseni nell’educazione tentano in ogni modo di salvare i propri figli dalla malvagità della scuola statale e del mondo in generale. Vorrebbero che i bambini mangiassero solo cose assolutamente pure, non entrassero in contatto con la tecnologia, che non debbano stare in compagnia di bambini violenti o problematici a meno che non sia proprio il figlio/a ad esserlo allora in quel caso tutti gli altri bambini dovrebbero capire meglio ancora giustificare ogni eccesso. Gli esseni tendono ad isolarsi nelle proprie comunità e sono assolutamente auto referenziati. Si piacciono e fanno della propria diversità un nutrimento per la presunzione e ipocrisia.
Gli alleati sono quelli che si sono schierati con i figli e sono disposti a tutto pur di dargli ragione. Li giustificano, li preparano allo studio fin dalle elementare come se dovessero sostenere tesi di laurea. I colloqui con gli insegnanti sono vere e proprie lotte all’ultimo sangue e la minaccia velata o palese di ricorsi, lettere di richiamo, avvocati sono sempre in agguato. Gli alleati sono il flagello di presidi e insegnanti, sono la benzina che fa esplodere il fuoco delle polemiche. Sono simili ai guerrieri se non per il fatto che spesso diffidano degli altri e preferiscono combattere da soli, chiedono più appoggio esterno che una vera e propria lotta in comune.
Gli esasperati sono quelli che ripetono in continuazione “Non ce la faccio più, non lo sopporto più, lui, la scuola, tutti! Non so più che fare!”. Sono convinti di averle provate tutte e sono assediati dai fallimenti. Sono esasperati e la frustrazione li soffoca. Vivono la situazione come una condanna sperando che finisca al più presto. Si sentono in carcere e vorrebbero fuggire. Evadere è il loro obiettivo primario.
METAMORFOSI
Coloro che operano per un cambiamento si riconoscono nelle parole del poeta:
‘‘Fino a che uno non si compromette, c’è esitazione, possibilità di tornare indietro e sempre inefficacia.
Rispetto a ogni atto di iniziativa (e creazione) c’è solo una verità elementare, l’ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani. Nel momento in cui uno si compromette definitivamente, anche la provvidenza si muove. Ogni sorta di cose accade per aiutare, cose che altrimenti non sarebbero mai accadute.
Una corrente di eventi ha inizio dalla decisione, facendo sorgere a nostro favore ogni tipo di incidenti imprevedibili, incontri e assistenza materiale, che nessuno avrebbe sognato potessero venire in questo modo.
Tutto quello che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo.
Il coraggio ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso. ’’ (W. J. Goethe)
Gli orfani non hanno più chi gli dice cosa fare e cosa non fare, gli orfani sono ora genitori di sé stessi. I guerrieri possono utilizzare la loro forza per costruire alternative educative che mettano al centro la fiducia nell’uomo fornendo ai genitori la possibilità di scegliere all’interno di un panorama di vero pluralismo culturale. I nostalgici possono portare avanti gli antichi valori ma vivificati dall’evolversi dei tempi.
Autorità, rispetto, disciplina come sono raggiungibili oggi? I nostalgici hanno il merito di ricordare a tutti che i valori assumono forme diverse ma rimangono integri nella sostanza. Gli investitori sono disposti a mettere in gioco il denaro e sono legati ai risultati. Se il denaro viene visto come donazione e se gli obbiettivi sono quelli di sviluppo di facoltà allora gli sforzi degli investitori sono ben collocati. Gli esseni hanno il merito di credere anche all’invisibile e di tendere alla perfezione, se ciò avviene attraverso un processo di integrazione e non di ghettizzazione o in modo settario allora il loro impegno diventa stimolante e sano.
Gli alleati sono dalla parte dei bambini, possono essere sensibili alle loro esigenze e se si aprono alla collaborazione il loro punto di vista e impegno diventano preziosi. Gli esasperati ci ricordano che la misura è colma, che il tempo per operare un cambiamento è già arrivato. Se oltre a urlare il proprio dolore ci fosse una presa di responsabilità allora il suono delle campane segnerebbe sia il lutto che l’inizio della festa.