Appunti di un maestro corsaro/40
2 Febbraio 2019
Spesso i bambini pongono domande o fanno riflessioni che possono mettere in difficoltà l’adulto. Possiamo essere genitori o maestri, nessuno è esente dal porsi l’interrogativo: come glielo spiego?
Pensate quando la loro curiosità varca il velo dell’intimità e la domanda verte sul tema del sesso e su ciò che orbita intorno ad esso.
L’educazione sessuale è un argomento scottante, che pone visioni estremamente divergenti in campo educativo e pedagogico. Tra chi sostiene l’importanza delle conoscenze biologiche sull’apparato riproduttivo, chi pone l’accento sulle pratiche sessuali e sulla prevenzione, chi sul tema omossessualità e gender e chi lo vive come argomento tabù.
Come spesso accade, le “scuole di pensiero” rischiano di dividersi tra tecnicistici materialisti e dogmatici integralisti. La via è certamente nel mezzo, nella misura che nasce dall’ascolto di chi pone la domanda, quindi a chi ci si rivolge, e dalla comprensione del contesto in cui ci si trova.
Durante uno dei Martedì di Marte, con i bambini maschi di 9/10 anni della Scuola del Mare, ci siamo soffermati a parlare di sessualità, ma non solo. Dopo aver fatto la solita mezz’ora di attività ginnica in giardino, siamo tornati in classe per affrontare il tema del giorno: cosa è il dono e cosa significa donarsi?
Non certo semplice come riflessione, ma i bambini hanno colto importanti sfumature.
Il dono è qualcosa che noi facciamo a qualcun’altro.
È un regalo per un amico.
Donarsi vuol dire farsi un regalo da solo.
Donarsi significa donare a qualcuno il proprio tempo.
Mentre leggo i loro scritti, si avvicina R. e mi dice: “Maestro, a me la parola donarsi non piace. Mi ricorda un discorso che ho fatto con mia mamma sulle donne che per strada vendono il loro corpo. Non so se lo posso scrivere sul quaderno.”
R. sa che ognuno leggerà le proprie riflessioni e saranno commentate dal gruppo. Sapendo dove il discorso si sarebbe potuto orientare in seguito, rispondo che può scriverlo, può leggerlo oppure no. Che si esprima senza il timore del giudizio altrui.
Così R. lo scrive, ma delega a me la lettura. Sui volti dei compagni cominciano a delinearsi sorrisi imbarazzati e a tratti maliziosi. Premessa la differenza tra donarsi e vendersi, resto in silenzio e aspetto un qualche commento dei bambini, che non tarda ad arrivare.
“Maestro, io le prostitute le vedo spesso quando faccio la strada per andare a casa. È brutto che quelle donne stanno lì al freddo. Stanno per strada pure se piove, aspettando che qualche uomo si fermi con la macchina per … hai capito cosa intendo?”
Ne nasce un discorso profondo che va a toccare i temi della tutela della donna, dell’illegalità, della violenza e del sesso in generale.
Abbiamo fatto così un viaggio che ci ha portato nelle Lupanare delle antiche città romane, per tornare ai giorni nostri e constatare che il problema più grande è la totale mancanza di cura e tutela verso quelle donne che qui vivono la condizione di schiave.
“Secondo me la cosa più grave è che le prostitute rischiano la vita. Potrebbe fermarsi qualcuno per far loro del male o possono prendersi delle malattie.”
Ascolto, intervenendo solo quando l’argomento devia su altro. Giunti a questa prima conclusione, G. alza la mano e dice:
“Maestro, lo sai che se vai su internet ci sono siti dove si possono vedere dei video di sesso?”
“Ah sì, i porno!” Risponde un altro bambino.
Ero quasi certo che si sarebbe toccato questo argomento. Tentenno un attimo, non sapendo bene cosa dire e come dirlo. Mi rendo conto che ciò che manca in questo discorso è un’immagine che sollevi, che parli al cuore di quei bambini, di quei futuri uomini.
Voi sapete come nasce la vita. Nasce dall’incontro tra maschile e femminile e la sua meccanica riguarda il sesso, ma non c’è solo quello. Quello che si vede nei video pornografici è una meccanica falsata rispetto a ciò che avviene realmente nella vita intima degli adulti. Soprattutto, manca una parte essenziale, che lì non si vede. È l’incontro tra individui, il calore che si genera quando ci si affida e ci si dona l’un con l’altro, nel rispetto e nella fiducia. Lì manca il calore dell’amore che è la base della vita.
Tra qualche anno comincerete ad avere interesse verso le ragazze, è giusto e normale che sia così, ed ognuno lo farà con tempi e modi propri. Quando arriverà il momento in cui avrete a che fare con la scoperta del corpo, vostro e dell’altro, ricordate di rivolgervi alla donna come dei sacerdoti che guardano ad una divinità. Una dea va rispettata, onorata e ammirata. La sua dimora è il tempio e come tale va curato con devozione.
I bambini sono rimasti in silenzio e i loro volti maliziosi e sorridenti sono diventati riflessivi. Forse è stata una conclusione difficile da comprendere, non lo so.
Non è certo facile affrontare questi argomenti quando a porli sono bambini della scuola primaria, alle soglie della pubertà. Il mondo d’oggi è pregno di immagini violente, erotiche e pornografiche, dai cartelloni pubblicitari, ai programmi televisivi per arrivare ai videogiochi. Si possono muovere critiche, ma la demonizzazione è sempre una cosa inutile. Cosa fare dunque?
Non ci resta che portare loro delle immagini che sollevino dalla sterile, fredda e a tratti cruda realtà e che vadano a riscaldare i loro cuori.
La relazione con l’altro è la sfida più grande per ogni essere umano, adulto o bambino che sia.
L’educazione sentimentale è la via da seguire, la base, il pilastro su cui fondare e costruire i rapporti umani.