Appunti di un maestro corsaro/38
19 Gennaio 2019
Chi non si è emozionato almeno una volta vedendo un cartone animato della Pixar?
A partire da Toy Story, passando per A Bug’s life, Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, Cars, Up, Ribelle, Inside Out e per finire con Coco, negli ultimi 30 anni si è aperta una finestra nell’immaginario delle nuove generazioni.
I bambini conoscono tutti i personaggi della Pixar, si immedesimano in loro quando giocano, riempiono quaderni disegnandoli, li hanno impressi sulle magliette e sugli zaini. Che piaccia o meno, re e regine, principi e principesse, cavalieri e maghi, figli di un mondo fiabesco le cui radici affondano nei secoli passati, in questo tempo sono accompagnati dai personaggi del cinema d’animazione.
Ma cosa c’è dietro un cartone animato?
Con i bambini della Scuola del Mare siamo andati a scoprirlo. Abbiamo visitato la mostra Pixar. 30 anni di animazione al Palazzo delle Esposizioni di Roma e ne siamo usciti entusiasti.
Tra bozzetti, disegni a mano, sculture, videoproiezioni e tecnologia siamo entrati in un mondo fantastico. I bambini si sono meravigliati nel vedere le molteplici metamorfosi dei loro personaggi, che da semplici schizzi abbozzati a matita, sono poi diventati gli eroi del loro mondo immaginario.
Il loro entusiasmo era dilagante nel vedere lo zootropio tridimensionale di Toy Story, e a dirla tuta anche quello di noi maestri.
Accompagnati da un’ottima guida ci siamo immersi nel mondo Pixar e abbiamo potuto notare quanto studio, ricerca, tecnica e dedizione si celino dietro la produzione di un cartone animato. L’impressione che si ha è quella di stare in una moderna bottega rinascimentale dove si respira creatività.
Il cartone animato non è solo tecnologia e fredde immagini prodotte con la computer grafica. Alla base c’è l’arte e la capacità di rappresentare pensieri, sentimenti e azioni, di creare una storia che sappia emozionare e che riesca a lasciare una traccia nell’interiorità dello spettatore.
Di certo ciò che giunge agli occhi del bambino dallo schermo è qualcosa di “preconfezionato” che può limitare la fantasia naturale e la capacità immaginativa. Abusarne non è di certo sano ma demonizzare questo mondo, come spesso accade, non serve a nulla. Conoscerlo e vedere quanto talento c’è dietro invece è utile. Quel talento potrebbe estendersi alle nuove generazioni e riservare chissà quale sorpresa per il futuro.
Il cinema d’animazione riscuote un grande interesse trasversale, dai bambini agli adulti, perché abbiamo bisogno di storie da ascoltare e da raccontare. Un mondo senza gnomi o pupazzi animati, senza racconti di tempi remoti o di un futuro lontano, sarebbe un mondo privato della bellezza e della fantasia. Noi uomini raccontiamo storie perché, a dirla come il più grande bardo di tutti i tempi, siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
Un caro amico e maestro mi disse un giorno “se un bambino cresce solo se sognato allora nutriamolo con l’immaginazione. I suoi sorrisi saranno il nostro pane, la sua gioia le nostre rose“.