Vivere ad un contatto così stretto con la Natura ti da un senso ritmico veramente incredibile. La giornata, la settimana, la stagione e l’anno solare sono la rappresentazione limpida di come la Vita continuamente pulsi ad un ritmo preciso. È così chiaro che la Natura segua dei suoi cicli che in questi tempi dove l’uomo si è messo d’impegno a rompere gli equilibri sentiamo tutti che c’è qualcosa che si è alterato, ma se ascoltiamo ancora più in profondità ci rendiamo conto che la forza di Gaia è troppo grande e per quanto noi ci sforziamo, lei troverà sempre il mondo di riportare l’armonia.
Possiamo stare settimane senza mangiare ma solo pochi giorni senza dormire e una manciata di minuti senza respirare. Gli oceani respirano con le maree e l’evaporazione, piante e animali hanno una respirazione complementare, inspirare ed espirare, sistole e diastole, mangiare e digerire. Ci sono ritmi veloci (l’uccello Manachino Delizioso sbatte le ali 106 volte al secondo!) e altri lentissimi come quelli delle precessione degli equinozi (anno platonico 25.800 anni) c’è sempre una contrazione ed espansione alla base dell’Universo. Abbiamo vissuto gli ultimi decenni sempre compressi dentro luoghi che permettevano l’espansione solo attraverso l’immaginazione che di per sé non sarebbe stato un gran male se questa però non fosse stata preconfezionata dall’industria televisiva e cinematografica. Un bimbo piccolo ha un bisogno fisiologico di muoversi che non può essere soddisfatto in 0.8 metri quadrati (questo è il dato che ci hanno dato alcune scuole dell’infanzia statali) quando ha già capacità motorie di chilometri. Abbiamo bisogno di vivere un periodo di espansione e siamo convinti che è perché soddisfiamo questo naturale bisogno dei bambini che stiamo avendo tanto successo. Abbiamo sentito tutti per troppo tempo la nostalgia del gesto che è la premessa dell’abbraccio. Aver insistito con continue e pressanti richieste di concentrazione senza aver lasciato il giusto spazio all’apertura del cuore, dei polmone, degli occhi ha forzato gli equilibri naturali della crescita. Oggi i bambini passano troppo tempo contratti e per questo che poi ci troviamo ad ascoltare quell’orribile verbo che non dovrebbe appartenere all’educazione ovvero: sfogarsi. L’etimologia può nuovamente venirci in soccorso perché sfogare è legato a soffocare e affogare. Ancora una volta una mancanza di respiro! Se osserviamo la scena di uno che si riprende da una mancanza d’aria non è affatto qualcosa che vorremmo vedere quotidianamente. Lo sfogo è legato alla malattia mentre l’educazione è salute, è prevenzione. Viviamo in degli eccessi, in un’oscillazione di opposti esasperata anche dalle droghe: hascisc e cocaina, caffè e sonniferi. Abbiamo bisogno di ritrovare la calma della linearità del tempo e di affossare un pendolo che è pericoloso per la nostra salute. La vita dei bambini è tutto scadenzata in tappe forzate, hanno bisogno ormai di consultare l’agenda per capire se possono vedere un amichetto.
Il corpo non mente te e lancia i suoi semplici segnali quando si sta cadendo in un eccesso, pallore e rossore ci dicono quando c’è da cambiare registro. Quando c’è bisogno di armonizzare il respiro di attività ce ne sono davvero tante che hanno il potere di riequilibrare il bambino. Nel ridere l’anima si espande nel commuoversi l’anima si ritira. Ascoltare una storia, una passeggiata, fare un lavoro con le mani, dipingere sono tutte attività che portano una concentrazione e un ascolto interiore. Correre, saltare, arrampicarsi, cantare sono azioni che portano naturalmente il bimbo a espandersi.
L’Asilo nel Bosco, l’asilo del Mare, le Scuole Naturali ci insegnano che tutto ciò è possibile e anche molto bello.
Potendo vivere la Natura i bambini si lasciano guidare dal ritmo delle stagioni scoprendo mutazione dopo mutazione le meraviglie delle metamorfosi. Per un periodo potranno sperimentare il freddo e gli effetti sul corpo, nelle sensazioni, nei pensieri, nell’anima per poi piano piano andare verso il calore e la luce. Chi ha suonato uno strumento può comprendere bene cosa significhi lasciare scorrere la musica nel sangue, le mani e il respiro diventano una cosa sola. Anche chi ascolta può intuire quello che accade quando magari si sta in auto e si comincia a cantare a squarciagola! Il ritmo va vissuto e non può essere raccontato da un libro didattico o scandito da campanelle manco fossimo treni. Il ritmo va vissuto in maniera simbiotica con la Natura, solo così possiamo avvertire lo scorrere del tempo come se fosse un fiume, solo così possiamo apprezzare l’attimo che fugge e onorarlo perché non ce ne sarà un altro uguale. È tempo di tornare a suonare, è tempo di muoversi a ritmo per stare meglio, per aiutarci a respirare e quindi a vivere. I nostri respiri sono troppo contratti, perché siamo sempre tesi, sempre pronti a combattere. Anche gli animali più “feroci” si concedono lunghe pause tra una battuta di caccia e l’altra. Abbiamo bisogno di ritrovare il mistero della pausa, elemento necessario nel ritmo.
Tra lo stato di veglia e quello di sonno c’è infatti il sogno, luogo di espressione necessario, estremamente condito di immaginazione, fantasia, creatività e catarsi. Il gioco è parente del sogno e non deve mai mancare nella vita del bambino.